ITIS "G.C.FACCIO" VERCELLI - ANNO 3  N° 4  -  GIUGNO 2006

 


 

 
BESLAN

 
 

 

I pianti strazianti delle donne. Le lacrime dei parenti. Una pioggia battente che rende ancor più spettrale il luogo della tragedia. Gli uomini e le donne di Beslan hanno sepolto oggi oltre cento vittime della strage della scuola. Accanto, in un raduno separato, le autorità russe e ossete ricordavano le vittime, lanciando appelli all'unità.
Decine di piccoli camion e minibus trasformati in carri funebri di fortuna trasportano le bare coperte da drappi rossi e corone di fiori. Ad attenderle, una lunga fila di familiari vestiti a lutto. All'ingresso del cimitero, all'arrivo di ogni feretro, gli uomini di famiglia si fanno avanti per portarla a spalla fino alla sepoltura. Le fosse poco profonde sono state scavate in fretta in un campo requisito dalle autorità accanto al cimitero. Il numero definitivo dei morti è ancora incerto: 335 è il bilancio ufficiale, di cui 156 bambini, ma fonti dell'obitorio di Valdikavkaz parlano di 394 morti. Cento restano da identificare. Il ministro della sanità dice ora che i dispersi sono pochissimi. Ma questa è ancora una storia piena di bugie.
Alcune bare vengono lasciate aperte per un ultimo saluto. In una si vede una ragazza coperta di merletto bianco e di rose rosse. Molte altre sono chiuse. Probabilmente per nascondere la devastazione dei corpi. Su tutte, una semplice targa bianca con il nome e la data di nascita, su alcune le bottiglie d'acqua a ricordare la sete patita nei giorni del sequestro.

Poi, le voci. Voci di rabbia contro i terroristi, come quelle di chi dice "se dovessimo prendere qualche terrorista, lo bruceremo vivo". Voci di rabbia contro il governo: "Tutto quello che è accaduto negli ultimi tre giorni è stato mal organizzato, non è stata presa alcuna decisione ragionevole, e ai nostri giornali ai quali è vietato scrivere la verità". Voci di rabbia contro Putin, se c'è qualcuno che ricorda come "questo tipo di cose non accadevano nell'Unione Sovietica".
Poche famiglie a Beslan hanno perso così tanti bimbi come è successo ai Totyev: quattro bambini. Il pianto che arriva dal numero 44 di via Pervomaiskaya si sente a un isolato di distanza. In casa, Raya Totyeva piange, riversa sul corpo senza vita della sua figlia 12/enne, Lyuba, appena arrivato dall'obitorio di Vladikavkaz. Altri tre dei suoi figli, 14, 11 e 8 anni, sono dispersi. Centinaia di piccoli corpi mutilati giacciono negli obitori dei piccoli centri della regione, scrive Jeremy Page del Times, e la signora Totyeva sta per perdere ogni speranza di ritrovarli vivi. "Sento che gli altri sono vivi - dice - io posso solo sperare". Il raduno delle autorità è ignorato dai parenti delle vittime e dal resto della popolazione. Solo un centinaio di persone ha assistito al discorso del presidente dell'Ossezia del Nord Alexandr Dzasokov, che accanto al sindaco di Mosca Iuri Luzhkov e al presidente della Duma Boris Gryzlov ha invitato gli osseti a restare uniti. Gli altri, tutti gli altri, lasciando i funerali sulle strade ricoperte di fango, non gli prestano attenzione. "Non hanno detto niente sui dispersi", dice un giovane con i vestiti inzuppati di pioggia, "ed è questo che la gente vuole sapere prima di tutto".  (6 settembre 2004)

 

 

 

Nell’ambito del progetto del M.I.U.R. “Ricostruire la speranza” rivolto ai bambini di Beslan, il Comitato nazionale formatosi con l’obiettivo di organizzare aiuti umanitari (del quale fa parte l’ITIS “Faccio”) ha delegato l'Istituto alla seguente attività, prevista tra le quattro azioni del progetto: “Gemellaggio con scuole e famiglie su tutto il territorio piemontese”.
Il progetto prevede la campagna di raccolta fondi, come indicato nel comunicato del M.I.U.R. del 22/09/04, che sul territorio provinciale coinvolge lo Sportello Scuola & Volontariato in collaborazione con il C.S.A. di Vercelli. Il progetto, inserito nel P.O.F., si propone di attuare la modalità del gemellaggio attraverso l’accoglienza prospettata nel mese di giugno di un gruppo di circa 10-12 ragazzi frequentanti la scuola di Beslan, accompagnati da 3-4 loro insegnanti. Il 17 giugno p.v. arriverà a Vercelli per il secondo anno un gruppo di ragazzi da Beslan. Anche questa volta saranno ospitati da alcune famiglie della nostra città.

 

 

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