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Il problema analitico dell'estrazione e del dosaggio della caffeina in svariati prodotti alimentari (caffè, cioccolato, thè, ecc.) è stato ampiamente studiato, come dimostrano i numerosi lavori presenti in letteratura. La metodica ufficiale di analisi prevede l'estrazione della caffeina con un solvente selettivo, il cloroformio, eventuali processi di purificazione per separare la caffeina dalle interferenze della matrice (teofillina, teobromina, ecc. a seconda del campione analizzato) ed infine il dosaggio mediante spettrofotometria in UV a 270 nm, dove la caffeina presenta una netta banda di assorbimento, utilizzando il metodo della retta di taratura. Lo scopo di questo lavoro è quello di verificare l'efficacia della metodica analitica, sottoponendo ad analisi alcuni campioni commerciali. Inoltre, data la tossicità del cloroformio (come buona parte dei composti organici clorurati, ha attività mutagena ed è stato provata sperimentalmente la sua azione nell'insorgere di varie forme tumorali), si è voluta esplorare la possibilità di utilizzare solventi di estrazione meno nocivi, anche se forse meno selettivi, tenendo presente che l'attenzione per la salute, anche negli ambienti di lavoro, deve essere una priorità assoluta, visto anche la normativa vigente (come ad esempio la legge 626) sulla sicurezza e sulla prevezione degli infortuni.
Dopo vari tentativi si è individuato un solvente adatto per l'estrazione: il n-butanolo, che risulta insolubile in acqua e che fornisce spettri UV sull'estratto molto simili a quelli del cloroformio.

Sono stati analizzati vari campioni ed i risultati, espressi come contenuto % di caffeina,  sono raccolti nella tabella seguente:

campione

solvente

cloroformio

n-butanolo

caffè MOKAOR confezione da bar

1,62

2,00

caffè HAG decaffeinato

0,008

0,010

Coca Cola lattina

0,40

0,42

thè LIPTON bustine

3,50

3,86

SOFTHE’ lattina

3,75

2,95

Tenendo conto che i valori di riferimeno presenti in letteratura sono: per il caffè 1,5-2,2%, per il caffè decaffeinato <0,3%, per la Coca Cola 0,2-0,3%, per il thè 2,5-3,5%, si può dire che i risultati ottenuti sono significativi. Si può inoltre notare il notevole accordo ottenuto col solvente alternativo al cloroformio, che ha dimostrato una buona validità nel dosaggio analitico.

Bibliografia:

- R.Cozzi, P.Protti, T.Ruaro "Analisi chimica strumentale" - Zanichelli 1997
- http://www.jollycaffè.it

Per informazioni sulle procedure analitiche inviare una e-mail al prof. Claudio Casalino presso itisvc@itisvc.it


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